" La pandemia ha messo a dura prova molte attività economiche, tante famiglie, tante persone, hanno accusato il peso della crisi globale in maniera imponente nelle loro vite.

E adesso che c'è chi parla di "fine della pandemia", ora che la curva dei contagi è in diminuzione, che buona parte della popolazione italiana è coperta da vaccino, si può parlare di ripresa?
La parola "resilienza" è stata utilizzata fin troppe volte e la fiducia nel domani è un invito fatto così spesso, da suonare quasi come una frase fatta che riverbera a vuoto.
Ma ci vogliamo riprendere la nostra normalità? Sogniamo ancora la serenità di un'esistenza fatta di cose semplici, di un equilibrio tra lavoro e vita privata, di una libertà di condivisione, della ricostruzione di una socialità quasi dimenticata?
Io credo di sì. E non sono il solo.

Non c'è uno slogan precostituito che rappresenti questa perseveranza. C'è solo la voglia di tornare alle nostre vite e la tenacia nel raggiungere questo obiettivo.
Lo sanno bene i tanti imprenditori e lavoratori del nostro territorio che in questi ultimi anni hanno tenuto duro, investendo in formazione, innovazione e tutela dell'ambiente.
Le aziende che alla fine di febbraio parteciperanno a Lineapelle Milano, le attività che gravitano intorno al settore conciario e che in questo evento fieristico ripongono molte delle loro aspettative. 

Le associazioni che oggi annunciano di voler unire le forze per riportare in alto il nome del nostro Comprensorio del Cuoio, ricostruendo la sua immagine che nell'ultimo periodo è stata messa duramente in discussione. 

Ci vuole tanto impegno per continuare a scommettere nel futuro, ma noi ci crediamo e non ci diamo per vinti."