Commemorazione di Remo Bertoncini e Alberto Dani

Il 31 marzo si è tenuta a Pisa la cerimonia in ricordo dei due giovani uccisi per mano dei nazifasciti.

Venerdì 31 marzo si è tenuta a Pisa la Cerimonia in ricordo di Remo Bertoncini e Alberto Dani, due giovani che all’alba del 25 marzo 1944 vennero fucilati per mano dei nazifascisti per non aver risposto alla chiamata alle armi da parte della Repubblica Sociale Italiana.

La commemorazione, al monumento in via Bonanno davanti al campo Abetone, ha onorato la memoria di Remo Bertoncini e Alberto Dani, originari di Santa Croce sull’Arno e di Castelfranco di Sotto.

La cerimonia, organizzata dal Comune di Pisa, Comune di Castelfranco di Sotto, Comune di Santa Croce e Anpi, ha visto la partecipazione degli studenti e delle studentesse dell’Istituto comprensivo “Leonardo da Vinci” di Castelfranco di Sotto e dell’Istituto Comprensivo "C. Banti" di Santa Croce sull'Arno.

La storia

Remo Bertoncini nacque a Castelfranco di Sotto il 13 novembre 1925 da una famiglia di umili contadini. Remo è il più grande di sette fratelli: Rita, Fernando, Rina, Maria, Elena e Remo, che nascerà nel 1940, quando il fratello maggiore sarà già morto. I genitori, Bertoncini Paolo e Nuti Amelia, coltivavano in regime di mezzadria un podere di 6-7 ettari. Nel periodo adolescenziale, Remo frequentò il seminario senza concludere il corso di studi. Abbandonò il seminario all’età di 15 anni, nel giugno-luglio 1940. L’Italia era appena entrata in guerra. Nel 1944 si trovava a casa dei suoi, presso Castelfranco, quando arrivò la cartolina con la quale la Repubblica Sociale precettava tutti i giovani per prestare il servizio militare nella parte d’Italia ancora sotto il controllo dei nazi-fascisti. La grande maggioranza dei giovani di Castelfranco che avevano ricevuto la cartolina di precetto decisero di disertare la chiamata dei fascisti. Anche Remo, che aveva maturato un sentimento di opposizione al fascismo e alla guerra, scelse di non rispondere alla chiamata alle armi e, come tutti gli altri, si nascose prima da una zia e poi insieme ad altri amici in diversi casolari di campagna. Una mattina tornò a casa e fu lì che i fascisti locali lo arrestarono e lo portarono a Santa Croce, dove venne interrogato. Nonostante i tentativi della famiglia di dimostrare l’assoluta innocenza del figlio, Remo fu portato a Pisa dove in carcere incontrò Alberto Dani, giovane antifascista di Santa Croce arrestato il medesimo giorno a Stibbio.

Alberto Dani (Montopoli Valdarno, 24 gennaio 1924 – Pisa, 25 marzo 1944) è stato un antifascista italiano, fucilato dai repubblichini a Pisa. Nato a Montopoli Valdarno, nella casa dei nonni materni Donati, ed in seguito sempre residente a Santa Croce sull’Arno. Una strada del paese porta oggi il suo nome. Militare di leva a Firenze, subito dopo l’8 Settembre 1943 fu mandato con il suo reparto al Passo della Futa per contrastare il passaggio di truppe tedesche dalla Romagna alla Toscana. La sproporzione di uomini e di mezzi era enorme, e dopo un breve combattimento, durante il quale Alberto Dani rimase ferito ad una mano, i soldati italiani si dispersero. Rientrato a Santa Croce, Alberto Dani, con altri giovani antifascisti del paese fra cui Fernando Pistolesi, si prodigò nell’assistenza ai prigionieri di guerra greci fuggiti dal campo di concentramento di San Romano ospitando in casa, con grave pericolo proprio e della famiglia, gli ufficiali Costantino Copeliaris e Demetrio Metropolos. Rifiutò di aderire alla illegittima chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana, nascondendosi con i due militari greci in una casa colonica presso Stibbio. La sua presenza fu segnalata e nella notte del 13 Marzo 1944 alcuni fascisti venuti da Santa Croce lo catturarono.

Alberto Dani e Remo Bertoncini furono processati a Pisa e condannati a morte, per resistenza alla leva, dal Tribunale Militare il 24 marzo 1944. La sentenza fu eseguita il mattino seguente in un campo sportivo presso la Cittadella.